Chiesa di San Vincenzo - Verciano

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    Data della prima documentazione della chiesa: anno 1260.

    Storia e architettura

    La località di "Versiciano" è spesso ricordata in documenti anteriori al Mille. In origine possedeva quattro chiese: San Vincenzo, registrata come Pieve nell'Estimo del 1260 e intitolata a San Vincenzo Martire, diacono della cattedrale di Saragozza ucciso durante la violenta persecuzione di Diocleziano che si estese nel periodo 294-304 d.C.; San Michele, situata in Vergalloro, e ricordata come la più antica, alla quale era annesso un ospedale; San Lorenzo, in località Cantieri, luogo di culto di una venerata immagine del Crocifisso; Santo Stefano, poi unita anche nella denominazione a San Vincenzo e indicata nell'"Estimo" del 1260 come afferente alla pieve urbana dei Santi Giovanni e Reparata.

    Quest'ultima mantiene l'assetto medievale, coerente con la cronologia delle sue prime attestazioni (1123-1139), mentre San Vincenzo, anche in conseguenza dell'importanza che veniva assumendo rispetto alle chiese circonvicine, fu più volte modificata.

    Nel 1516 il papa Leone X, con Bolla conservata nell'archivio della stessa chiesa, costituì la chiesa di San Vincenzo come parrocchia. L'edificio si presentava allora a navata unica: presumibilmente in tale periodo ebbe anche lavori di ampliamento, come suggerisce una lapide seicentesca.

    Decisivo è stato però l'intervento avvenuto nella metà del XIX secolo, in conseguenza della soppressione della parrocchia di Santo Stefano e quindi della necessità di avere un ambiente idoneo ad accogliere tutta la popolazione. Per rendere possibile l'ampliamento della chiesa, venne acquistato un terreno ad est della struttura e tutte le famiglie di Verciano si tassarono per sostenere questa spesa.

    La nuova architettura, ritratta verso la metà di tale secolo da Giuseppe Matraia, ci è pervenuta sostanzialmente inalterata. I lavori, iniziati nel 1835 e terminati nel 1854, consistettero nell'ampliamento del presbiterio e del coro mediante la separazione degli stessitramite un riarso poggiante su due colonne. Oltre ad ottenere una maggiore ampiezza, la chiesa appariva più solenne.

    Il campanile attuale è stato invece ricostruito tra il 1949 e il 1950, mentre la base del precedente che sorgeva a sinistra della chiesa è stata incorporata in un nuovo edificio. Il campanile precedente era edificato in pietra, aveva una merlatura guelfa ed era situato a sinistra della chiesa.

    Opere d'arte

    Le particolarità di questa chiesa sono soprattutto le opere d'arte all'interno. Dopo la fine dei lavori furono collocati sulle pareti due altari in marmo provenienti dal convento lucchese delle suore di San Giorgio che era stato indemaniato e trasformato in carcere.

    Insieme agli altari furono portati nella chiesa i relativi dipinti, una "Madonna del Rosario" di Pier Dandini e "l'Ultima Cena" di Banduccio Trenta.

    La chiesa fu affrescata da Marcucci tra il 1924 e 1925 e da Bianchi nel 1955. In origine la chiesa era priva di fonte battesimale (ne potevano essere dotate soltanto le pievi) e fu per disposizione di un paesano, Ernesto Cantieri, che venne commissionata la costruzione di un fonte battesimale allo scultore Antonio Meschi. L'opera venne collocata in chiesa e inaugurata solennemente nel 1933.

    Bibliografia D. Fontana, "Verciano: storia di una comunità", Lucca, 1987.

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