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    L'origine contadina della "gente di Capannori" e l'appellativo di "Comune rurale più grande d'Italia" non posso che essere motivati dalla vocazione naturale del territorio e dalla predisposizione della sua gente a vivere in esso attivamente e con una particolare laboriosità. In passato l'agricoltura era molto diffusa (come del resto in tutta l'area toscana) e tante erano le specie che venivano coltivate. Sicuramente oggi questa attività si è ridotta notevolmente ma alcuni prodotti sono rimasti pressochè immutati nella loro qualità e sono diventati molto famosi anche al di fuori della Toscana.

    Il granoturco

    Parlare di granoturco significa riassaporare momenti di vita vissuta o scoprire con orgoglio la semplicità e la bontà della buona tavola toscana, ma soprattutto significa tornare al tempo in cui la raccolta del granoturco si faceva a mano, quando si riunivano gli abitanti delle corti vicine per la sfogliatura, si appendevano le file di pannocchie sulle facciate delle case e successivamente si "sgranavano" magari con lo "staio" (misura di capacità dei cereali), tutti insieme in armonia, la sera a veglia.

    La coltivazione del grano è stata resa possibile in pianura, insieme ad altra colture seminative, da una fitta rete di canali e fossi che ne consentono l'irrigazione. E' certo che quella del granoturco è la coltura più diffusa anche se nel tempo la bassa redditività ha spinto l'attenzione e l'attività agricola verso altre coltivazioni più redditizie.

    Le coltivazioni residue, comunque non poche, danno un'ottima farina gialla che si presenta per usi molteplici. Dalla famosa FARINATA, primo piatto a base di verdure e di farina di mais, fino all'inimitabile POLENTA, definita in passato "pane dei poveri" e ampliamente rivalutata nei tempi moderni come la "regina della mensa". Con la farina di mais si possono fare anche torte e biscotti. Un dolce vero e proprio può essere anche considerata anche la moderna versione del pane di granoturco arricchito con uva secca.

    Il farro

    Il farro è un antichissimo cereale, già conosciuto e molto apprezzato anche in epoca romana. Scomparso quasi ovunque, sopravvive in Garfagnana, dove viene ancora brillato in antichi molini di pietra e viene regolarmente usato per fare un'ottima minestra e le inimitabili torte dal gusto piccante.

    Oggi, con il boom della cucina naturale, vegetariana e macrobiotica, il farro è conosciuto anche fuori dalla sua terra d'origine, compresa la Piana lucchese. In particolare, nel capannorese viene utilizzato ampiamente. Nella cucina tradizionale il farro trova vari impieghi, anche se il più noto e interessante è quello come primo piatto (minestra di farro).

    La farina di castagne

    La tradizione della farina di castagne, comunemente detta "farina di neccio", ha radici antiche e il suo utilizzo, per la popolazione, è paragonabile a quello della farina di grano.

    Sebbene fosse consumata per lo più come polenta, le varianti per utilizzare la farina non mancavano. La farina, sciolta in acqua e cotta su fuoco tra due piastrelle di metallo, dava i NECCI che si accompagnano bene alla ricotta o ai salumi. Impastata con acqua, noci, bucce d'arancia, olio e cotta nel forno dava il famoso CASTAGNACCIO.

    La fragranza di sapori nasce a cominciare dal "metato" (piccolo edificio rurale) in cui le castagne, una volta raccolte, vengono essiccate. Tradizionalmente alimentato al fuoco lento dei ciocchi di castagno, è nel "metato" che le castagne, dopo una permanenza di 40 giorni assumono quelle proprietà che saranno poi apprezzate, una volta pulite e trasformate in "farina di neccio della Garfagnana".

    Il miele

    Il miele, diversamente dallo zucchero di canna o barbabietola, è un alimento facilmente assimilabile, che, passando dall'alveare alla tavola, non ha subìto alcun processo di raffinazione. E' fortemente energetico e fin dall'antichità è stato considerato un rimedio per altre affezioni. Il miele millefiori delle colline del compitese ha caratteristiche esclusive, rispecchiando la flora di queste aree.

    Quanto al miele monoflora della Lucchesia, quello di Castagno è indicato per affezioni alle vie respiratorie, quello di erica ho proprietà diuretiche, e quello di acacia, ad alto contenuto di fruttosio, può essere perfino utilizzato, sotto controllo medico, nei casi di lieve diabete.

    Il latte e i formaggi

    Dagli allevamenti bovini della Garfagnana viene selezionato con cura e commercializzato in gran parte della Toscana il Latte Garfagnana.

    Il latte ovino prodotto sul territorio sul territorio della Lucchesia, invece, viene tutto trasformato in formaggio, per lo più da parte degli stessi allevatori. Il formaggio ovino, nostrano, per untuosità appartiene ai formaggi grassi, per consistenza a quelli duri o semiduri, a seconda della stagionatura ai formaggi freschi e stagionali. Questo formaggio è ottimo sotto tutti i punti di vista e capace di soddisfare i palati più esigenti.

    I fagioli

    Degni di nota sono i fagioli "cannellini" di San Ginese, prodotto tipico del capannorese. Si dice che inizialmente venissero coltivati per uso familiare, poi la produzione, favorita dall'adattabilità del terreno, aumentò in tal misura da consentirne la distribuzione sul mercato dove il fagiolo cannellini viene molto apprezzato e ampiamente richiesto.

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