Pieve di Marlia

Denominazione: Plebs Sanctae Mariae

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    Data prima documentazione: anno 918.

    Storia e archiettura

    La notevole quantità di chiese presenti fin dall'alto Medioevo nel territorio di Marlia (San Giusto, considerata la più antica fra le chiese rurali toscane, e San Martino di Duecentola conservano tutt'oggi paramenti murari e ornamenti di epoca longobarda) sono una conferma dell'antichità della pieve.

    Chiesa nata probabilmente per desiderio del vescovo Telesperiano (713-730), viene documentata ufficialmenete a partire dall'anno 918. Nel corso dei secoli la pieve ha subìto profonde trasformazioni, la più importante delle quali riguarda la ricostruzione intrapresa nell'Ottocento su progetto di Giuseppe Pardini. Le forme, derivate dai modelli dell'antichità, sono sapientemente fuse con quelle rinascimentali e riproposte secondo una scrittura nitidissima e ricca dal punto di vista cromatico e decorativo.

    Dell'edificio romanico caratterizzato da filaretti regolari di pietra arenaria resta solo la fiancata sinistra, sulla quale poggia il campanile quasi interamente in pietra tranne la parte superiore, dotato alla base di un alto arco. Le scale del campanile sono state restaurate nel 1921 utilizzando la pietra di Matraia.

    La struttura venne restaurata all'inizio del Cinquecento e nel Seicento, fino a raggiungere l'aspetto attuale nella prima metà dell'Ottocento, quando sulla facciata venne inserito un timpano sostenuto da quattro colonne in stile neoclassico. Sulla sommità si trova un attico con tre statue di marmo raffiguranti la Fede, la Speranza e la Carità. La presenza su un muro esterno di una lapide sepolcrale romana della famiglia Vagilia indica che la pieve venne fondata su un luogo tradizionalmente adibito al culto o, comunque, cimiteriale.

    L'interno, grazie ai colori chiari delle pareti e all'arredo marmoreo, indica la volontà di creare forme geometricamente armoniose.

    Opere d'arte

    La chiesa presenta un'unica navata circondata da colonne monumentali.

    Fra gli arredi, da rilevare la presenza di una pala d'altare cinquecentesca con lunetta di Michelangelo Membrini (1509) raffigurante la Madonna col Bambino tra San Donnino e San Giovanni Evangelista e originariamente collocata nella chiesa di San Donnino.

    Vi si trovano inoltre due tele di Nicolao Landucci e due di Sebastiano Onestini. Il pulpito è stato realizzato nel 1878 da Augusto Passaglia.

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